Immaginiamo titoli alternativi per questo articolo del Corriere della Sera: La madre butta via i Gundam, trentenne incendia la casa. La madre butta via i Gundam, otaku incendia la casa. La madre butta via i Gundam, lui incendia la casa. La madre butta via i modellini, uomo incendia la casa. La madre butta via i modellini, collezionista incendia la casa. La madre butta via i Gundam, collezionista incendia la casa.
Suggeriva l’altra sera il mio amico Fabio: “Avrebbero scritto ormai trentenne, e tra parentesi poi, se si fosse trattato di modellini di Valentino Rossi?”.
Fabio appagava poi la nostra sete di giustizia tracciando suggestive immaginazioni di parità di trattamento tra la casa di cui parla l’articolo e la redazione del più autorevole quotidiano italiano. Altre congetture si facevano, in seguito, sulla differenza del titolo rispetto a un ipotetico titolo del Resto del Carlino (edizione di Pesaro), differenza quantificabile in un punto esclamativo: il Carlino avrebbe titolato: «La madre butta via i Gundam. Lui (ormai trentenne!) incendia la casa».
Purtroppo nel circuito di Quotidiano Nazionale non ho trovato nessun articolo relativo alla storia; però ho trovato la notizia su Libero e su Il Giornale: quest’ultimo si distingue per l’uso sapiente del termine bamboccione.
Vi lascio ragionare sulla distanza tra l’atteggiamento o la strategia del Corriere della Sera e l’atteggiamento o la strategia di Omar Fantini:
“Noi trentenni” non siamo danneggiati nel cervello, come sostiene Omar Fantini, perché ci saremmo formati su opere idiote o che non rispondono a una mentalità pratica o che sono piene di negri, omosessuali e drogati. “Noi trentenni” siamo danneggiati nel cervello nella misura in cui accettiamo passivamente che i nostri immaginari — e con essi, soprattutto, la nostra tensione a immaginare, ma a questo accennerò in altra parte — vengano ridicolizzati e delegittimati applicando ad essi parametri irragionevoli; siamo danneggiati nella misura in cui aderiamo colpevolmente, come fa Omar Fantini, per davvero o per finta non ci interessa, al punto di vista e al giudizio del babbo-da-bar. Una delle cose che possono succedere, quando accettiamo questo, è che un servo del peggior potere di questo mondo – il potere che annichilisce la persona, distrugge la volontà di immaginare e dissolve la logica del linguaggio – salga su un palco e dica ai trentenni di vergognarsi del loro immaginario invece che attingervi per essere persone e costruire un mondo; che dica, in definitiva, alle altre generazioni di non avere fiducia nei trentenni e dica a un trentenne di non avere fiducia in se stesso, avendo egli il cervello irrimediabilmente danneggiato.
da Cosa fa Omar Fantini (parte seconda)
E poi, detto tra noi… oh, trecento gundam: se lo fai a me ti brucio la casa.