
1. QUANTO ROSIKATE / CHI TI PAGA / QUANTE CAZZATE / Mi pare che le risposte automatiche segnalino un deterioramento dialettico anche rispetto alla vecchia situazione del trolling nella comunicazione politica (che ho affrontato qui e qui tempo fa): si riducono ormai alle tipologie elencate da Giuliano Santoro in questo commento (avere interessi nascosti, essere invidioso, fare discorsi da intellettuale). Segnalano un ulteriore deterioramento perché, mentre permane la forma dell’argomento contro l’uomo, oltre alla solita accusa di intellettualismo, la riduzione della gamma delle risposte dà l’idea di un aumento dell’automatismo. Le alternative più pacifiche a queste tipologie di risposta consistono nell’esaltazione del nuovo come valore in sé o nel terribile ritornello della richiesta di proposte alternative – indizio dell’ingombrante presenza di un mostruoso incrocio tra l’ideologia dell’efficienza e la forma mentis da par condicio, la quale viene trasposta fuori dal contesto mediatico-elettorale ed elevata a valore in sé, e in questo mi sembra recare con sé l’idea che una critica sia un attacco alla persona mosso da personalissime motivazioni, e che dunque si dovrebbe prestare il fianco a un colpo riparatore dell’onore, oppure tacere.
In merito al leggere ogni dissenso come attacco alla persona, nel secondo degli articoli linkati poco fa mi dichiaravo autorizzato a ribaltare l’accusa implicata dall’argumentum ad hominem addosso al suo utilizzatore: in altri termini, se qualcuno risponde a una mia manifestazione di dissenso attaccando me e insinuando ragioni che riposerebbero alle spalle del mio dissenso, in quel caso io mi ritengo autorizzato a considerare il mio interlocutore mosso dagli stessi motivi di cui mi accusa: se mi accusa di invidia, lo reputo generalmente mosso da invidia, se mi accusa di avere interessi economici o di potere, lo reputo generalmente mosso da interessi economici o di potere, e così via.