L’Acheronte del nonno

Su Scrittori Precari, L’Acheronte del nonno, il racconto che ho letto a Torino una sega:

[…] È in quell’istante che la porta della sala si piega verso l’interno con un gemito. Ci voltiamo tutti, e non capiamo finché non abbassiamo lo sguardo e vediamo il testone del nonno, e poi il nonno intero che striscia dentro la sala contorcendo il tronco. […]

 [Questo invece è il racconto che non ho letto a Torino una sega]

Un tipo di serata

Un tipo di serata
Un tipo di serata

[Per Torino una sega ho scritto due racconti. Questo è quello che non ho letto.]

Anna si è fermata, si è staccata. Dario la sente respirare nervosa; apre gli occhi: vede il tettuccio dell’auto di Anna; piega la testa in avanti e vede il viso di Anna, immobile, al di là del suo pene: gli sembra che Anna stia fissando lui e non il suo pene; gli sembra che abbia in faccia il colore della luna, ma forse è la luce della luna.
Dario fa: – Che c’è?
Anna fa: – C’è uno.
– Eh?
– C’è uno, c’era uno.
– Dove?
– Fuori, affacciato al finestrino, ci guardava.
– Eh?
– C’era uno che ci stava guardando.
– Uno chi?
Dario guarda l’erezione svaporare mentre cerca di capire cosa ci si aspetta da lui ora.
– Uno, – fa Anna – uno, non so chi. Uno: calvo, gonfio, brutto, con la lingua di fuori, ci guardava: uno.
– Tirati su, – fa Dario.

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