Lo schiacciapatate è brutto, ma almeno non ti attribuisce secondi fini. Esiste anche un livello più basso, in cui a minare la dimensione del dialogo è il presupposto che chiunque parli lo faccia non per sostenere ciò che dice – per riferirsi a qualcosa, per giustificare le proprie scelte, per affermare dei valori – ma per colpire qualcuno e/o allearsi a qualcun altro, per invidia o per interesse.
Il meccanismo è quello del trolling: a una critica nel merito, di qualsiasi tipo e in qualsiasi campo, si risponde con domande e affermazioni che implicano la certezza di moventi altri e che saltano a piè pari il merito della critica – «Perché ti rode?» o «Adesso che hai fatto il tuo lavoro, il tuo padrone è contento?» o «Brutta l’invidia!» – come se le opinioni fossero tutte uguali e servissero solo a segnalare una qualche posizione in qualche schieramento o consorteria; insomma, per il troll, se dici «Rubare è sbagliato» lo stai dicendo perché ancora non hanno beccato i tuoi amici, o per chiamarti fuori prima della catastrofe, o semplicemente perché questa volta hanno beccato un altro, magari di un altro schieramento, e non te, o perché vorresti rubare anche tu ma non te lo puoi permettere. Mai e poi mai perché credi che rubare sia sbagliato (e poi, direbbe un troll particolarmente patatista, che significa “sbagliato”?); come nello schiacciapatate, anche nel trolling il reale è distrutto: rimangono solo le intenzioni oscure, i moventi nascosti, le strategie, i livori, le alleanze, gli interessi.
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GNAP! – la tecnica dello schiacciapatate
Prima o poi mi deciderò a compilare e pubblicare un elenco delle fallacie e delle mosse retoriche subdole che si stanno propagando in Italia in questi anni in modo massiccio e preoccupante: basti pensare all’uso diffusissimo e spensierato dell’argomento a uomo o del processo alle intenzioni. Temo abbiamo a che fare con la prole deforme nata dalle Nozze di Relativismo e Televisione: si tratta di fallacie e mosse che il loro stesso substrato ideologico incorona come uniche forme retoriche moralmente legittime; il medesimo substrato ideologico, intanto, rovescia senza pietà argomenti e dimostrazioni nel cestino delle dialettiche immorali; tutto ciò sta trasformando una parte della popolazione in troll (nel senso internautico) e l’altra parte in soggetti schizofrenici costretti a interrogarsi e rispondersi da soli; se gli schizofrenici che si interrogano e si rispondono da soli mi fanno venire in mente Socrate in Gorgia 506c-507c, i troll mi fanno venire in mente – più che sofisti come Gorgia, Callicle o Polo – i puffi neri, o i film di zombie dove i virus si impossessano dei cadaveri; e credo sia significativo che, nella filmografia sugli zombie, gli zombie si siano fatti via via sempre più rapidi e aggressivi.