Pubblico, in una serie di post, l’intervento al Pesaro Comics & Games 2014.
(La prima parte, la seconda, la terza, la quarta, la quinta, la sesta, la settima, l’ottava, la nona, la decima, l’undicesima, la dodicesima, la tredicesima, la quattordicesima, la quindicesima, la sedicesima, la diciassettesima, la diciottesima e la diciannovesima)
L’altro me – l’avversario nell’animazione robotica classica
In Combattler, il professor Stevens, lo scienziato che controlla la base, sul banco del computer della sala di controllo ha gli indicatori della risposta psichica dei cinque piloti: per condurre a buon fine l’agganciamento delle navette e formare Combattler, i piloti devono dare un assenso, e la convinzione di questo assenso è misurata attraverso dei contatori, simili a quelli della pressione, che devono raggiungere il massimo. Ebbene, i contatori sono disposti verticalmente, in basso c’è quello corrispondente al ragazzino della squadra, sopra c’è quello della ragazza, e sopra quello del grosso, e però gli ultimi due contatori, quello dello smilzo e quello dell’eroe, sono disposti orizzontalmente: lo smilzo a destra e l’eroe a sinistra (e sintomaticamente, al primo agganciamento, sono loro a porre il problema, dovuto presumibilmente alla loro rivalità).
Nel secondo episodio la strana struttura che sostiene i contatori si alza, parla e si muove: è un robot, si chiama molto amabilmente Robotto e ha il compito di sintonizzare le onde cerebrali dei piloti; mentre i contatori del resto della squadra sono disposti sul tronco, i due contatori dell’eroe e dello smilzo sono gli occhi di Robotto.
Al termine del post tornerò sul carattere di alter-ego dell’eroe, di altro me al di qua del varco, che contraddistingue lo smilzo; prima cercherò di individuare il suo carattere e la sua area simbolica.