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Ashita no Joe (SNES), Wave Corp., 1992
Ashita no Joe, SNES, Wave Corp., 1992

Quando su facebook e twitter i boomer e i millennial si scannano tra loro, gli x si ricordano che hanno una casa: i blog. Yattaran ha ancora qualche problema, che conto di risolvere, ma intanto è doveroso aggiornare con due cose, una del 2020 e una del 2021.
Alla fine dell’anno scorso, per Esquire, ho eletto Vivere mille vite. Storia familiare dei videogiochi di Lorenzo Fantoni, uscito per effequ, miglior-saggio-del-2020-per-me. Le ragioni le trovate nella breve recensione che sta in fondo – ma proprio in fondo – all’articolo collettivo.
Qualche mese fa invece ho avuto il piacere di intervistare Fabio Bartoli – tra l’altro per N3rdcore, proprio il sito diretto da Lorenzo Fantoni – in occasione dell’uscita del suo Anime e sport (Tunué) che parla, indovinato, di anime e sport. Fabio è autore di Mangascienza, un classico degli studi sugli anime, che ho divorato e che è stato fondamentale per l’elaborazione di Guida ai super robot. L’intervista la trovate qui.

L’altro me (parte seconda)

Pubblico, in una serie di post, l’intervento al Pesaro Comics & Games 2014:
qui la prima parte.

L’altro me – l’avversario nell’animazione robotica classica

Bryking (Kyashan – Tatsunoko, 1973)

La dimensione storico-politica e la dimensione psico-mitica. Vi sono due distinte dimensioni simboliche in azione nel filone dell’animazione robotica degli anni Settanta, e si riverberano l’una sull’altra: una dimensione simbolica sociale, collettiva, storica e politica legata all’immaginario e al significato della Seconda guerra mondiale; e una dimensione simbolica che riguarda la vita mentale, affettiva, personale dell’eroe, il suo conflitto interiore e quello che ho chiamato l’universo psico-mitico o psico-teologico.

La dimensione politica. Prenderò in considerazione prima la dimensione storico-politica: è quella più difficile da snodare, ma cercherò di essere breve perché è anche il piano su cui si è scritto di più, mi pare, e rimando ai lavori di Fabio Bartoli e Marco Pellitteri – ai quali questa serie di post deve moltissimo e sotto molti aspetti; ho altresì un grande debito nei confronti di Marcello Ghilardi, di Gianluca Di Fratta, e della redazione di Anime Asteroid.

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