In due serate (ho scelto due città delle Marche: Macerata e Pesaro) presenterò il mio lavoro insieme ad amici che ho scelto come interlocutori in base a due criteri: uno, che facessero un mestiere diverso dal mio; due, che fossero amici conosciuti on line. Così converseremo sul filo che separa artificiosamente i campi del sapere, intesseremo discussioni senza curarci dei confini arbitrari con i quali siamo soliti distinguere pezzi della realtà, in cerca di somiglianze, differenze, assonanze, parentele nascoste.
Sabato 11, alle 18, ci si vede all’Enoteca 075 di Pesaro (in via Rossini, Palazzo Gradari). A Pesaro sarò con Jacopo Nacci, autore di racconti, blogger e una serie di altre cose che scoprirò quella sera. Perché c’è un criterio “due bis” in base al quale ho scelto gli amici con cui parlerò del libro: non ci siamo mai incontrati nel mondo reale. Così in quelle sere, al Binario Zero e all’Enoteca 075, accadrà qualcosa che avrà a che fare con la distanza che separa il virtuale e l’attuale. Se ci siete, mi sa che ci divertiamo.
Così dice qui Max Giuliani in merito alla presentazione, che faremo assieme, del suo e non solo suo La terapia come ipertesto. Ricapitolando, dunque: siamo sabato alle 18 a Palazzo Gradari – in cortile se il tempo è bello; di sotto, al chiuso, se il tempo è brutto – e io ancora non so quale mestiere faccio, ma so che è diverso dal mestiere che fa Max: piano piano, per esclusione, ci arrivo.