L’assunto (2) secondo l’osservazione dei comportamenti
Il concetto di “natura” di Callicle è, come dire, “naturalistico”: probabilmente non ci starebbero dentro i computer, non si capisce quale sia lo statuto “naturale” degli uomini, forse non è chiaro nemmeno quello degli alveari, per non parlare delle dighe dei castori. Instaurando questa distinzione, in cui l’uomo appare come questo animale un po’ a metà tra l’animale e non si sa bene cosa, egli sembra cercare nella “natura” animale extra-umana qualcosa che doveva esserci anche nell’uomo prima che esso si corrompesse con la civiltà. In altri termini, come si è detto, egli sembra prendere a modello i fenomeni comportamentali del mondo animale.
Bene. Come funziona la costruzione della categoria di “naturale” secondo l’osservazione dei fenomeni del mondo animale? A quali fenomeni ci si riferisce? Tipici di quali specie naturali? Se Callicle mi rispondessse “degli animali non umani”, non traviati dall’artificialità della legge, potrei rispondergli che, per esempio, è cosa nota e documentata l’omosessualità presso i bonobo e altre specie. Callicle potrebbe allora regredire nella scala evolutiva alla ricerca di animali ancora meno “sociali”, e io potrei con buona ragione chiedergli se non sia lui ad andare contro natura, nel voler far dell’uomo una raganella.