Continuiamo pure a dirci che il problema è Lui, che il problema sono le televisioni, che il problema sono gli Italiani (gli Italiani sono sempre gli altri) e a ritenerci del tutto autorizzati, intelligenti, simpatici e soprattutto mentalmente normali nel ripetere bungabunga sghignazzando, come se l’espressione fosse neutra, come se non si portasse dentro l’umiliazione e la reificazione delle donne che vige nella fogna merdosa che è l’ambiente da cui quell’espressione è saltata fuori, ripeterlo zompettando sulla terrificante sovrapposizione semantica tra sesso e stupro, come se potesse esserci, e come se facesse ridere, o si potesse ridere comunque, dal “popolo della rete” fino al patetico Elio, che a quanto pare fa ridere perché esiste, visto che la sua opera consiste nel ripetere su base musicale parole ed espressioni proliferanti dai bar ai media e dai media ai bar, e, assieme ai Morgan e ai Busi, nel fornire, a chi si dichiara fuori, chili di para-normalità per stare dentro comunque, ché un divano, un televisore e un biglietto per il grande spettacolo della circolare produzione e fagocitazione di polifosfati organici evidentemente sono ideali universali dell’umana natura. Poi dice che Ferretti è passato coi cattivi. Ohibò, questo è scandaloso. Poi dice che quelli delle battute da bar sono “loro”, quegli altri. Anche no. E che “Silvio Berlusconi non è il mio presidente”. Anche sì.