Il pezzo letto in apertura al concerto-reading con i Lupi del bosco orientale.
Quando scoprimmo la Terra – così chiamavano quel pianeta i suoi abitanti – la sua civiltà era crollata da un paio di secoli, e il suo popolo quasi estinto. I sopravvissuti erano per lo più ridotti allo stato selvatico. Su una montagna dell’emisfero australe conoscemmo un uomo, ci disse di essere un sacerdote e che riteneva sua missione conservare la memoria di ciò che il popolo della Terra era stato, e di come e perché fosse giunto all’autodistruzione.
Ci mostrò la sua biblioteca: milioni di file di testo.
Gli domandammo cosa contenessero. Ci rispose che erano metafore.
Voi sapete cos’è una metafora? ci domandò.
Lo sapevamo, e volevamo sapere perché conservasse solo metafore: non ci sono libri di scienza, qui? domandammo, storie vere? Manuali?
No, rispose, quelli non ci sono mai mancati. A dire il vero nemmeno queste, aggiunse indicando le cartelle sulla parete-schermo, solo che a un certo punto nessuno è stato più in grado di leggerle.
Gli domandammo se una qualche epidemia cognitiva avesse colpito il suo popolo rendendolo incapace di esercitare la lettura.
Qualcosa del genere, rispose. È successo che abbiamo cominciato a non capire più, cosa fosse una metafora; romanzi di fantascienza, trattati di teologia, poemi: tutto ciò che non poteva essere identificato con uno stato di cose materiale, visibile e documentabile là fuori, venne declassato a inutilità e danno. Avevamo una storia bellissima, pensate, di un uomo che percorreva l’inferno, il purgatorio e il paradiso, possedeva un valore analogico notevole; ebbene cercarono invano sulla Terra l’inferno, il purgatorio e il paradiso, senza trovarli, e invece che comprendere meglio quell’opera, non la compresero più, e divennero come bruti. E così l’Inferno lo creò questo popolo che riduceva il reale al controllo del territorio.
E dunque, domandammo, cosa accadde allora?
Di tutto, rispose l’uomo: orde di dinosauri, sciami di mostri fantastici, spettri, pestilenze, zombie, invasioni aliene, persino gli dèi scesero sulla terra, io stesso vidi Apollo e Artemide – due delle nostre maggiori divinità – scagliare dardi di fuoco sulle folle urbane.
E com’è possibile tutto ciò? domandammo noi.
Ho intuito, disse quell’uomo, che nella mente delle persone non c’era più spazio per le metafore, e che dunque le metafore avevano preso a camminare, strisciare, volare sulla terra. I terrestri avevano deciso di pensare che solo ciò che era percepibile con i sensi fosse vero. Il vero si fece percepibile ai sensi, e distrusse la loro civiltà.