Mi chiedo se c’è una differenza tra quelli che il giorno in cui Eluana spirò scelsero di guardare Grande Fratello e quelli che invece stavano davanti alla clinica a litigare, oppure stavano su Facebook a compilare status pro o contro questa povera ragazza e il suo corpo conteso. A corollario di questo è bene aggiungere che le persone, che si giocavano a colpi di veglie, preghiere, note internet il corpo appena morto di Eluana, erano le stesse che qualche settimana prima non potevano trattenere lo sdegno sui morti di Gaza, oppure discutevano della leadership all’interno del pd. Non esiste nessuna differenza tra questi e coloro che hanno guardato Grande Fratello. Entrambi vivono la logica del sentimento istantaneo: s’indignano a comando, si commuovono per qualcosa che li tocca superficialmente. C’è una totale indeterminatezza morale che mi pare figlia del dolore spettacolarizzato, dove ogni sentimento viene metabolizzato ed espulso nel giro di poco. Io non ho prove per sostenere quello che dico, tanto che qualsiasi persona potrebbe rispondermi che ha vissuto la vicenda Eluana come una tragedia.
da Il corpo e il rito. Appunti su Eluana Englaro, di Demetrio Paolin,
in Corpo morto e corpo vivo. Eluana Englaro e Silvio Berlusconi,
di Giulio Mozzi, Transeuropa 2009