“Dreadlock!” è una gran bella storia (e non le manca niente: sorprese e capovolgimenti compresi), ma la critica culturale che pervade tutto il racconto è solida e lucida. Emerge dalle descrizioni di quell’umanità inebetita, ma ancora di più esplode nella tristezza e nella solitudine di Matteo in mezzo a quella desolazione.
Su Tarantula Max Giuliani parla di Dread e poi mi fa pure un paio di domande; e poi Max parla anche della colonna sonora di Dread, e allora la metto qui.