One day one trip 1

15:30
Capo: -Ho visto che non stai togliendo dal database i nominativi doppi. Eppure non ti ho detto di cominciare a togliere dal database i nominativi doppi?
Jago: -Buongiorno.
Capo: -Perché non hai cominciato a togliere i nominativi doppi?
Jago: -Ho cominciato a togliere i nominativi doppi, sono a tre quarti dell’opera.
Capo: -Perché questi sono ancora qui?
Jago: -Perché non ci sono ancora arrivato.
Capo: -Ah, sei partito dal principio e non dal fondo…
Jago: -Esatto.
Capo: -Beh, io non capisco proprio per quale motivo tu debba partire dal principio e non dal fondo.

Call center from Pluto

– Buongiorno Signora. Chiamo dalla Brìllar, potrei parlare con il Dottor Gamberazzi?
– Mi scusi, non la sento. Aspett…
– …
-Aspetti che cambio telef…
– …
– Ecco. Mi diceva?
– Buongiorno Signora. Chiamo dalla Brìllar, potrei parlare con il Dottor Bumerazzi?
– Eeeh. È difficile.
– In che senso?
– È difficile che lo trova qui. Mi sa che non c’è.
– Perfavore, Signora, potrebbe controllare?
– Guardi. Faccia questo numero: le do un numero.
– Ok, mi dica.
– 90-0721-90*5-90*566…
– 072190*566?
– Sì.
– Signora, mi scusi, ma è il numero a cui sto chiamando…
– Lei provi.
– Signora, la sto chiamando a questo numero che mi ha appena dato.
– Eh, ma non so se lo trova.
– Signora, posso lasciarle il mio numero? Vede noi ci occupiamo di impianti di climatizzazione. Qualora il Dottore fosse interessato può chiamarmi lui, va bene?
– Dirò che gli volete parlare, ma non dirò per cosa, dato che lei non me lo vuole dire.
– Signora, glielo ho detto: vendiamo impianti di climatizzazione.
– Va bene. Allora gli dirò quello che mi ha detto.
– La ringrazio Signora. Posso lasciarle il numero, ora?
– Ma non credo che lo troverà, sa?
– La ringrazio, Signora arrivederci.
– Di nulla. Arrivederci.
Clic.

Call Center from Mars III

– Buongiorno dottoressa, la chiamo dalla Brìllar, ci occupiamo di climatizzazione, stiamo proponendo delle consulenze gratuite a chi volesse valutare le nostre proposte prima dell’estate. Lei è già climatizzata?
– Interessante. Può mandarmi un fax con l’offerta?
– Veramente dottoressa la chiamo da un call center e non dispongo di un fax, posso fissarle un appuntamento con il nostro consulente che dopo un sopralluogo le esporrà le possibili soluzioni.
– Ah, ecco, capisco. Be’, se intanto mi mandasse un fax con la vostra offerta.
– Vede, dottoressa, come le ho già detto non dispongo di un fax, e inoltre l’offerta dipende dal tipo di climatizzatore e finché il nostro consulente non prende visione dell’ambiente da climatizzare non le possiamo dire nulla.
– Uhm, sì, ora mi è chiaro, se intanto potesse mandarmi un fax…
– Dottoressa: non posso mandarle il fax, non ho niente per mandarle il fax, non ho nessun fax da mandarle. Arrivederla, eh?
– Ma perché…
Clic.

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Principi di devozione I

Pubblico in vista il Principio di devozione del Narrator Ingegnere Pierpaolo Figanera che gentilmente sacrifica ai lettori di questo blog – e altri devoti spinge alla condivisione delle storie – il racconto della sua esperienza allorché sorprese se stesso in cammino sulla via della devozione modiana.

Era la mia prima estate indiana. Compivo quell’anno diciott’anni e mio fratello Paolo filosofeggiava alla finestra rullandosi una altra sigaretta. Dalla altra stanza, fuori dalla camera, non veniva alcun rumore ma c’era lo stesso aria di festa in casa. Qualche giorno prima, il vecchio Belarus a muro era stato venduto per due milioni e mezzo ed, ora, girava carta moneta come non se ne vedeva da tempo. Paolo portava, in quel tempo, i capelli ricci, orrendamente tinti di biondo, con un enorme “cocco” in avanti ed un codino piccolissimo strizzato dietro da un elastico giallo. Era la copia perfetta di Martin Gore ossigenato e, non a caso, entrambi si dilettavano – con ottimi risultati – alle tastiere. Quel pomeriggio, parlandoci di Parmenide e del suo primo esame all’università, era venuto a trovarci anche Il Sork che aveva rimediato il tabacco originale della Camel e non quello – putrescente – che già veniva messo nelle nuove bionde con la scritta blu di cui tutti si lamentavano. Rifiutare non si poteva.

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Oltre Ultra

Ci ho messo dieci anni a digerire Ultra. Considerando che quest’estate festeggerò i miei primi diciott’anni di devozione non è poco. Quando ebbi terminato il primo ascolto non ci misi molto a decidere che la decadenza era arrivata. Mi domandai, addolorato, ciò che mi domando da allora ogni volta che esce un nuovo album: per quale assurdo motivo avete deciso di farci questo? perché non vi siete sciolti dopo Songs Of Faith And Devotion, lasciandoci una carriera devastante, un mosaico di capolavori al quale era impossibile aggiungere alcunché, un’eredità di cui andare fieri, camminando a testa alta? perché ora devono venirci i brividi ogni volta che viene annunciato un nuovo album o, anche solo, qualche rockettaro vi infila tra i suoi gruppi preferiti?
Oggi Ultra è un album che, a volte, mi fa quasi venire voglia di ascoltarlo. Riesco a perdonargli quella specie di chitarra alisincéins che disturba la godevole fruizione di Useless, riesco a non pensare ai CSI quando in Home compare la stessa – evidentemente indispensabile – chitarra. Riesco a rendermi conto che It’s No Good, Barrel Of A Gun, Useless e Home sono delle buone canzoni dei DM. Riesco a rendermi conto che sospettare che la stupenda Sister Of Night sia uno scarto di Violator equivale, coi tempi che corrono, a tirarsi pugnalate al cuore da soli.

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Call Center from Mars I

– Buongiorno signore, la chiamo dalla Brìllar, ci occupiamo di climatizzazione, stiamo proponendo delle consulenze gratuite a chi volesse valutare le nostre proposte prima dell’estate. Lei possiede già un impianto di climatizzazione?
– No, io sono un pensionato!
– Signore, le due cose non si escludono a vicenda.
– Tutto è escluso per me: io sono un pensionato!
– Mi scusi, signore, buong…
Clic.

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Io e Cristina

Il luogo

Benché io sappia oramai tantissimo dei problemi sul lavoro che Federico è costretto ogni giorno ad affrontare a causa dell’ormai proverbiale inefficienza di Maurizio, del divorzio malmenato dagli strascichi riservato a Maria Grazia, del matrimonio che sembrava convenire a Nicoletta e che ora la avvilisce ogni giorno di più, di te so poco, anzi pochissimo. Certo: io conosco il tuo aspetto, il biondo dorato dei tuoi capelli, l’abbronzatura che non conosce inverni, il tuo seno generoso, il culo rotondo che ricorda le angurie d’agosto. Conosco il tuo nome, Cristina, e credo anche di sapere che lavoro fai: certamente lavori in un negozio, ché a Pesaro, si sa, i negozi fan giorno di chiusura al lunedì mattina. E ciò io lo deduco da questo fatto: che ogni notte che dalla domenica conduce al lunedì tu puoi trascorrerla predicando lunghi vangeli di parabole, vòlti forse ad insegnare con esempi chissà quale etica pubblica e privata, o – intarsiati come sono di lodi e osanna, di “Diobõ” e “Namadõ” – ad accennare senza nominare chissà quale verità: su tutte queste cose tu istruisci il tuo misterioso interlocutore telefonico. Se dunque, Cristina, per qualche caso fortuito ma gentile ti capita di leggere questo blog, io ti prego: ricordati che dall’altra parte di quel foglio di parete io cerco di dormire.

Svegliami 3

C: -Guarda, te lo dico senza giri di parole: abbiamo preso Luca. Mi spiace.
J: -Luca?!
C: -Luca. È andata così, l’abbiamo già assunto, non prendertela.
J: -Non me la prendo. Però sono sorpreso: Luca è un grafico. Bravo, percarità, ma non riesce a mettere nemmeno gli accenti sulle “è”.
C: -E be’? Mica ci importa che sappia mettere gli accenti sulle “è”: ci importa che sappia tirar su una linea grafica dal niente. Tu ci sai tirar su una linea grafica dal niente?
J: -Ma… ma stavate cercando un editor!
C: -Ah ah ah… Hai ragione.