La vita dietro le tastiere

Intrattenimento. Questa è la chiave. Noi non siamo scrittori, siamo intrattenitori. “Facce ride”. Siamo i pagliacci seduti sulla vasca piena d’acqua delle fiere americane, devi abbatterli. Non perché puoi, ma perché devi. Ogni nostra riflessione, ogni appello, ogni discorso, che facciamo non è una riflessione, un appello, un discorso, è intrattenimento. E parte INTEGRANTE dell’intrattenimento è rovinare la vita di una NON-persona. Perché l’intrattenitore non è un essere umano, è un’icona, una bambola, un pezzo di plastica.

La massa di persone che si è riversata sul mio blog, ieri, dimostra essenzialmente questo: Facce Ride. Facce passà la giornata.

E io temo, davvero, che questo processo sia irreversibile perché comprende non solo chi calunnia, ma anche chi guarda e sta zitto.

D’Andrea G.L., Mostruosità, nota su Facebook del 19 giugno

 

D’Andrea G.L. chiude il blog.

 

Qui c’è una riflessione di Lara Manni.

Più in basso, poi, in questo stesso post, trovate una nota di Claudia Boscolo, Senza titolo, o meglio, senza parole, che ho creduto fosse bene portare anche fuori da Facebook.

 

Qui, invece, trovate la terza puntata della Società dello spettacaaargh!. Che forse c’entra anche qualcosa.

 

 

Senza titolo, o meglio, senza parole, di Claudia Boscolo

…o meglio ancora, con parole che andrebbero spese perché non cali il silenzio e i fenomeni rimangano inavvertiti, inosservati. Fenomeni che sono invece segni di decadenza laddove dovrebbe esserci apertura e innovazione (parola inquinata dall’operato di un ministro, vero troll morale di questi tempi bui, ma pur sempre ricca di significato).

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Presentiamo La terapia come ipertesto

La terapia come ipertesto

In due serate (ho scelto due città delle Marche: Macerata e Pesaro) presenterò il mio lavoro insieme ad amici che ho scelto come interlocutori in base a due criteri: uno, che facessero un mestiere diverso dal mio; due, che fossero amici conosciuti on line. Così converseremo sul filo che separa artificiosamente i campi del sapere, intesseremo discussioni senza curarci dei confini arbitrari con i quali siamo soliti distinguere pezzi della realtà, in cerca di somiglianze, differenze, assonanze, parentele nascoste.
Sabato 11, alle 18, ci si vede all’Enoteca 075 di Pesaro (in via Rossini, Palazzo Gradari). A Pesaro sarò con Jacopo Nacci, autore di racconti, blogger e una serie di altre cose che scoprirò quella sera. Perché c’è un criterio “due bis” in base al quale ho scelto gli amici con cui parlerò del libro: non ci siamo mai incontrati nel mondo reale. Così in quelle sere, al Binario Zero e all’Enoteca 075, accadrà qualcosa che avrà a che fare con la distanza che separa il virtuale e l’attuale. Se ci siete, mi sa che ci divertiamo.

Così dice qui Max Giuliani in merito alla presentazione, che faremo assieme, del suo e non solo suo La terapia come ipertesto. Ricapitolando, dunque: siamo sabato alle 18 a Palazzo Gradari – in cortile se il tempo è bello; di sotto, al chiuso, se il tempo è brutto – e io ancora non so quale mestiere faccio, ma so che è diverso dal mestiere che fa Max: piano piano, per esclusione, ci arrivo.

La società dello spettacaaargh!

Su Scrittori Precari, terminate le mitiche Sforbiciate del lunedì dell’ottimo Fabrizio Gabrielli, comincia la serie di post La società dello spettacaaargh!, botta e risposta tra Matteo Pascoletti e me, botta e risposta che ci servirà soprattutto a capire il senso del titolo. E’ probabile che discuteremo di volgarità, di ironia reificante, di trolling sofistico, di idolatria e tifoserie, di scetticismo etico, di cinismo e nichilismo, di applausi ai funerali e di tecnomistica delle simulazioni collettive di dolore, delle “narrazioni”, dei “moralista”, dei “dài cazzo”, dei “me l’hanno ammazzato due volte” che ci parlano e sembrano trasformarci in automi ponendo in discussione anche la nostra presupposta autonomia mentale. Ma, se conosco Pascoletti, so che lui vorrà soprattutto parlare del fatto che Benigni è il male.

La guerra di Ypsilanti

Da Quei tre Cristi in manicomio, alla fine si arrese il medico di Elena Dusi:

I tre Gesù dell’esperimento – tutti con una diagnosi di schizofrenia paranoica – erano Clyde Benson, un contadino settantenne con il vizio della bottiglia, Joseph Cassel, 58 anni, scrittore fallito, ricoverato dopo aver picchiato i familiari e Leon Gabor, 38 anni, un veterano della seconda guerra mondiale, quello su cui il medico riponeva più speranze. “Sono Dio”, si presentò il primo. “Ho creato Dio”, specificò il secondo. “Sul mio certificato di nascita è scritto che sono la reincarnazione di Gesù di Nazareth”, fu più preciso Gabor. I tre per un periodo di due anni furono messi a dormire nella stessa stanza, condivisero i pasti e i turni di lavoro nella lavanderia dell’istituto.

Qui l’articolo intero.

Orbite vuote a Pesaro

Orbite vuote
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Orbite vuote – che per sua natura era già un po’ a Pesaro – viene a Pesaro.
Lo presentiamo venerdì 29 aprile alle 18.00, alla Libreria Coop, quella giù per il Corso.
Ci sarà Chiara Landonio a introdurre, ci saranno i curatori, Chiara Fattori e Marco Candida, e ci saremo in dinamico duo Daniele Pasquini e io, in qualità di autori.
Di Orbite vuote, è possibile leggere qui, qui e – questa non l’avevo ancora segnalata – qui le prime tre recensioni, a opera di Valter Verri, Gordiano Lupi e Matteo “Andriy” Spinelli.
Vi aspettiamo.
Ché i libri so’ piezz’e corpi.



Genere

Il secondo prodotto di genere che giace sulla mia scrivania, dopo una lettura notturna, viene presentato come una raccolta di racconti horror, ma forse ho letto troppo Lovecraft, Poe, Stephen King, Gianfranco Nerozzi, Lansdale… no, non credo proprio che questo libro sia una raccolta di racconti dell’orrore. Questa è letteratura minimalista mascherata da narrativa di genere, ché l’horror è un’altra cosa, possiede altre regole e convenzioni.

Gordiano Lupi ha recensito Orbite vuote qui.

Adamo e Costola

Oggi esce Costola, antologia di racconti illustrata, con dentro Alessandro Ansuini, Giovanni Di Iacovo, Pippo Balestra, Jacopo Nacci, Diego Fontana, Matteo Marcheselli, Edoardo Cavazzuti, Gianluca Longhi, Cosimo Piediscalzi, Michele Vaccari, Giulia Frattini, Matteo Comastri, Collettivomensa, Roberto Mandracchia, Antonella Caggianelli, Rosaria Madonna e illustrazioni di Alessandro Baronciani, Francesco Cattani, Robbe, Paolo Cattaneo, Martina Merlini, Brochendors Brothers, Silvia Giuseppone, Toni Demuro, Emanuele Giacopetti, Paola Pappacena, Stefano David, Collettivomensa, Fabio ‘Ramiro’ Rossin, Marco ‘About’ Bevivino, Simone Cortesi, Daniele De Batté; e Pippo Balestra sostiene che vi sia anche la prefazione di Paolo Nori, ma secondo me è un pesce d’aprile. Costola la presentano stasera alle 21, a Milano, al Frida Cafè, in Via Pollaiuolo 3, a Milano.

E dunque.

Il mio racconto su Costola è Una mattina, Adamo. L’illustrazione – bellissima – per “Una mattina, Adamo” è di Alessandro Baronciani, come ai vecchi tempi, ed è questa:

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Orbite vuote

Sedici racconti dell’orrore e una poesia

Orbite vuote
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È successo che tempo fa Marco Candida ha avuto un’idea e, insieme a Intermezzi, ha fatto un sito che si chiama WebSite Horror, e che raccoglie racconti dell’orrore o, meglio, che vende oggetti stregati, e che permette di leggere un racconto per ogni oggetto, un racconto che racconta la storia dell’oggetto. Il mio oggetto è un gettone, un gettone da sala giochi, più precisamente un gettone della Boa, una paninoteca con videogiochi che stava sul lungomare di Pesaro e che oggi si è spostata di qualche decina di metri ed è diventata una cosa completamente diversa.
Il racconto associato al gettone della Boa si intitola “La Foglia”, e parla di due giovanissimi nerd alle prese con la strega che abita a Pesaro sulle rive del fiume Foglia – altrimenti detto Isauro – e con il suo servo Mutino. È inutile che scriva che è una storia vera, tanto non ci credereste. Beati voi che la notte dormite.

https://www.intermezzieditore.it/prodotto/orbite-vuote/Orbite vuote è l’antologia cartacea tratta da WebSite Horror, che esce in questi giorni per Intermezzi ed è curata da Chiara Fattori e Marco Candida; tra i racconti c’è anche “La Foglia”; gli autori dei racconti sono Brian Maxwell, Stefano Barbarino e Massimiliano Nuzzolo, Gianluca Mercadante, Daniele Pasquini, Enrico Macioci, Angelo Marenzana, Sara Durantini, Matteo Di Giulio, Matteo B. Bianchi, Eva Clesis e Angelo Orlando Meloni, Paola Presciuttini, Gianluca Morozzi, Marco Candida, Michele Turazzi, Jacopo Nacci; e c’è anche una poesia, di Guido Catalano.

La prefazione e una recensione

Questa, su Flanerì, scritta da Valter Verri, credo sia la prima recensione uscita.

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